Guardate questo video.
Adesso, fermatevi un attimo a pensare quali emozioni e sensazioni avete provato. Vi ha fatto sorridere? Quale immagine dà di sé Axa?
Umanità, comprensione, calore, vicinanza: queste sono le parole che vengono in mente guardando gli spot di questa campagna, che dà un volto agli assicuratori, e ci fa capire come possano essere vicini e di sostegno morale ai loro clienti.
Oppure, guardate questo.
La pubblicità di un profumo diventa l’occasione per descrivere l’intensità di una storia d’amore.
Che cosa ci sarebbe di stato diverso, se il primo spot ci avesse solo elencato tutte le possibilità che ci darebbe aprire una polizza assicurativa con Axa? Avrebbe potuto anche farci venire voglia di affidarci a loro, perché forse ci saremmo convinti dei vantaggi che ci offre, ma non ci saremmo emozionati.
E la stessa cosa vale per il profumo di Dior. Se non ci avessero raccontato una storia, forse ci saremmo dimenticati subito che profumo stessero pubblicizzando.
Invece, grazie a questo spot, girato come il trailer di un film, ci siamo emozionati proprio come se stessimo guardando una commedia romantica.
Tutto questo è storytelling, che non significa semplicemente “raccontare una storia”.
È un insieme di tecniche e di strumenti narrativi che ci permettono di descrivere un brand, un nuovo prodotto, o un’azienda, mettendoli sotto un’altra luce, non limitandoci a venderli, ma comunicando un valore. Proprio come gli spot di McDonald’s e di Dior.
Tutte le buone storie, se ci pensate, hanno un inizio, un conflitto e una soluzione. Le storie dei brand non sono tanto diverse.
È importante conoscere gli strumenti narrativi dello storytelling: c’è un eroe (non necessariamente un eroe buono: l’etica qui non c’entra), che deve affrontare delle prove e che ha degli antagonisti che gli impediscono di raggiungere il suo obiettivo. Arriva a un punto cruciale e di svolta che lo porterà alla soluzione del conflitto.
Ma come si struttura una strategia di storytelling?
Prima di tutto, come in qualsiasi altra strategia di marketing, è importante conoscere l’azienda.
Poi, porsi degli obiettivi ben precisi. Dobbiamo lanciare sul mercato un nuovo prodotto? Oppure trovare un nuovo posizionamento per la nostra azienda?
Qual è il nostro target? Quali piattaforme frequenta? È importante entrare nella community dei vostri follower e capire quali sensazioni potrebbe suscitare la vostra storia. Il vostro target potrebbe non avere le reazioni sperate, ma fermatevi un attimo a riflettere: forse la vostra nuova strategia ne potrà attirare un nuovo, più sensibile allo storytelling e alla nuova immagine che volete dare di voi.
Lo storytelling, che può appoggiarsi a diverse piattaforme ed è strettamente legato alla multicanalità, sia in senso crossmediale che transmediale. Cosa significa? Che lo stesso contenuto può essere veicolato tramite diversi canali di comunicazione, in cui viene adattato a livello stilistico ma non di contenuti (crossmedialità). E che ogni media dà il suo contributo allo svolgersi della storia per creare un’esperienza unica e coordinata (transmedialità).
Deve portare il vostro pubblico a legarsi a voi, a sentirsi allineato ai vostri valori e alla vostra vision. Per questo è legato al concetto di Inbound marketing: è l’utente, infatti, che viene a cercarvi spontaneamente, perché offrite molto più di un prodotto, offrite una storia e dei personaggi in cui identificarsi. I vostri utenti parleranno di voi e torneranno per scoprire i capitoli successivi della vostra storia.
Abbiamo scelto di chiamarci Labstories proprio perché vogliamo raccontare, e abbiamo fatto dello storytelling d’impresa il nostro core business. I nostri lavori parlando per noi: eccone alcuni.
E se avete voglia di raccontare la vostra storia insieme a noi, contattateci: siamo pronti ad ascoltarla.
Tags: comunicazione aziendale, comunicazione efficace, storytelling, strategia di comunicazione