La mission di Labstories è quella di aiutare le aziende a scoprire le storie che hanno dentro di sé e a trovare il modo giusto per raccontarle.
Ascoltiamo i racconti dei nostri clienti, che trasformiamo in episodi che emozionano e parlano al cuore. Raccontiamo noi stessi, i nostri collaboratori e la nostra agenzia.
Ma raccogliamo anche le storie delle persone intorno a noi, perché c’è sempre qualcosa da imparare e da portare a casa dal racconto di ogni vita.
Abbiamo da poco inaugurato una rubrica in cui intervistiamo dei giovani laureati, che ci svelano le aspettative che avevano prima di iniziare l’Università e come queste sono cambiate negli anni. Dopo aver sentito cosa aveva da dirci Antonio, oggi chiacchieriamo con Stefano.
Raccontami qualcosa di te: quanti anni hai, di dove sei e dove vivi.
Ho 26 anni, sono originario della Basilicata ma oggi vivo a Milano, dove lavoro da oltre un anno.
In cosa ti sei laureato e dove e che cosa fai adesso?
Ho conseguito la laurea triennale in Economia Aziendale a Potenza, poi ho proseguito gli studi a Verona. Ho scelto un corso magistrale in Marketing e Comunicazione d’Impresa.
Oggi lavoro come Digital Marketer da Instilla, un’agenzia di comunicazione digitale.
Il mio ruolo principale è quello Paid Social Advertiser: studio e implemento percorsi di acquisizione di nuovi clienti attraverso campagne pubblicitarie sui social media: Facebook, Instagram, Linkedin e così via.
Per semplificare, investo il budget delle campagne social dei brand meglio di come potrebbero farlo loro senza uno specialist dedicato.
Mi occupo anche di formazione e di consulenza strategica, sempre a tema digital marketing.
Come mai hai scelto questo percorso di studio?
Il marketing, la comunicazione, la pubblicità, le dinamiche comportamentali sono cose che mi hanno affascinato sin da piccolissimo.
Quando ho iniziato Economia non avevo una chiara idea di dove stessi andando e dove volessi andare, ma dopo aver seguito con passione il corso di Marketing mi è diventato tutto molto più chiaro.
Credo che, specialmente oggi, un talento in Marketing e Comunicazione sia necessario in ogni azienda, per trasmettere ai clienti il giusto valore di ciò che si fa o si produce ogni giorno.
Quali erano le tue aspettative quando ti sei iscritto all’Università?
Parto dalla triennale, che è il punto dolente.
Come dicevo, non avevo una idea ben chiara di dove sarei arrivato o sarei voluto arrivare. Ma confesso anche che, prima del secondo anno di Università, avevo una mentalità molto diversa: non credevo molto in me stesso, specialmente dopo gli anni di scuola sì passati in un soffio ma non in maniera brillante.
Mi sono iscritto perché era un corso “interessante e affidabile”, ed è stato veramente tutto qui, finché non mi si sono accese un po’ di lampadine in testa. Non ho avuto aspettative finché non sono stato in grado di disegnare il mio percorso.
Quando invece mi sono iscritto alla magistrale, sapevo cosa aspettarmi e non vedevo l’ora di iniziare: nozioni interessanti e appassionanti, che di fatto hanno messo le basi della mia forma mentis di oggi, e delle mie competenze lavorative.
Queste aspettative sono state confermate o no? Se no, perché?
Sì e no. L’Università di certo ti forma in maniera ampia su molti temi utili, ma non è sufficiente a spiegare come approcciarti a strumenti e tecniche che le aziende desiderano oggi dai nuovi assunti. L’iniziativa e la formazione personale possono fare la differenza più di un voto di laurea alto.
Se lavori, è quello che vorresti fare?
Assolutamente sì. È un lavoro che mescola marketing, statistica, comunicazione, economia comportamentale e mondo digital in una maniera forse unica.
Pensi che l’Università ti abbia dato delle opportunità in più per affrontare il mondo del lavoro?
Penso che mi abbia mostrato la strada giusta e dato un mindset corretto, cosa fondamentale ma che troppo spesso sottovaluto.
Realizzo anche che non avrei mai fatto il lavoro che faccio senza formarmi ulteriormente e in parallelo alle lezioni universitarie.
È un problema che vedo anche in diversi coetanei: usciti dall’Università ci si aspetta che il lavoro cada dal cielo, e ci può anche stare, se il tuo impegno è valso una doppietta di 110 e lode.
Ma quando non è così le cose si complicano: molto spesso le aziende cercano figure con un minimo di formazione pratica, e gli studenti universitari non ne hanno ancora.
Il Digital Marketing è un settore che rispecchia spesso questo problema nella maniera migliore: al laureato in marketing si chiede in colloquio cosa sia una landing page, un cookie o il click-through rate, e per quanto siano nozioni basilari, capita di frequente di ricevere in risposta il silenzio.
Non è colpa degli studenti. La loro colpa è di aver “soltanto” frequentato l’Università, seguendo i binari della formazione accademica, convinti che fosse il giusto modo per trovare un lavoro sicuro.
Ironicamente, mi capita di vedere persone che lavorano nel mio stesso settore che, a suon di formazione alternativa hanno raggiunto il successo prima e forse anche meglio di me.
Qual è il tuo sogno più grande?
Non sono un grande sognatore. Forse perché sono già felice così 🙂
Come ti vedi tra cinque anni?
Aspiro a diventare un Digital Strategist, la figura che si occupa di ascoltare i problemi delle aziende, proporre soluzioni innovative tramite iniziative e strumenti digitali, e coordinare figure specialisti al fine di trasformare l’idea in realtà (e farla funzionare bene).
Sento di essere sulla strada giusta, ma ci vorrà tempo e formazione.
Mi vedo forse ancora a Milano: sebbene all’inizio fossi diffidente, mi sono trovato subito bene in questa città, complice anche uno stupendo ambiente lavorativo.
L’idea di andare a lavorare all’estero mi ha stuzzicato per un po’ di tempo, ma essere ad oltre 850km dalla mia città d’origine e dalla mia famiglia forse è già abbastanza 🙂