Anche se la parola “storytelling” è spesso abusata in molti contesti, resta un dato di fatto: la narrazione ci accompagna in tutte le nostre esperienze digitali.
Che cos’è la timeline in un social network se non una storia? E l’esperienza di acquisto in un e-commerce se non un percorso alla ricerca del prodotto perfetto?
LA USER EXPERIENCE
La narrazione non può essere slegata dal concetto di User experience.
L’uomo è nato per rispondere ed essere attratto dalle storie a un livello molto profondo, ed è per questo che lo storytelling è l’arma giusta per migliorare la User experience.
Le storie ci servono a tradurre idee e pensieri complessi in informazioni semplici da capire, e sono un’opportunità per coinvolgere, evocare una risposta emotiva e creare una connessione molto più profonda tra gli utenti e la piattaforma con cui si interfacciano.
Quando inseriamo la narrazione all’interno dell’esperienza di navigazione, l’utente diventa il vero protagonista. Il designer ne è l’autore, ma l’utente è l’eroe della storia.
L’USO DI IMMAGINI E PAROLE E IL RITMO DELLA NARRAZIONE
Il processo narrativo deve essere creato con l’uso di icone, layout, struttura di navigazione, ma deve essere supportato anche dalla scelta delle parole. Un linguaggio vicino al nostro target di riferimento, e non quello dei tecnici che hanno costruito il sito web, o l’app mobile, aiuta a creare un’esperienza di navigazione ancora più immersiva.
È necessario, quindi, combinare una strategia visiva con una linguistica.
Anche il ritmo con cui date le informazioni è fondamentale nel narrative design: se svelate tutti i contenuti subito potreste sopraffare gli utenti, ma, dall’altra parte, se rendete la ricerca troppo lenta e complessa li confondete, annoiate, e li fate allontanare.
Pensate al vostro progetto come se fosse la sceneggiatura di un film: se capite subito come andrà a finire, lo trovate banale, e, all’estremo opposto, se è troppo complicato e non riuscite a capire nulla della trama, vi viene voglia di alzarvi e uscire dalla sala.
Un buon equilibrio tra suspance e chiarezza è la ricetta per fare del buon narrative design.
Ma a una condizione.
Tradizionalmente, le storie hanno una classica struttura con un inizio, uno svolgimento e una fine, che ha ancora la sua efficacia. Ma nel flusso continuo di informazioni a cui siamo soggetti online, combinato con una soglia di attenzione sempre più bassa, potrebbe essere necessario arrivare al punto più velocemente.
La regola che vale sempre per la User Experience è permettere agli utenti di trovare con facilità (e nel minor tempo possibile) le informazioni che cercano.
Quindi, se dovete scegliere tra chiarezza e suspance, scegliete la prima e sacrificate piuttosto un po’ la seconda.
LA USER EXPERIENCE E LA PIRAMIDE INVERSA
Un aiuto ci può arrivare dal giornalismo e dalla tecnica della piramide inversa.
Questa struttura è usata dagli scrittori per scegliere l’ordine e le priorità da dare al contenuto nella struttura di un testo.
Si parte proprio dalla fine: prima si illustrano le conclusioni, poi diamo tutte le informazioni che le supportano, e, infine, i dettagli marginali di approfondimento.
L’idea è che i lettori dovrebbero poter cogliere subito l’informazione principale, anche se non arrivano alla fine del percorso di navigazione, cioè se non scorrono tutte le pagine di un sito o le sezioni di un’app mobile.
Tutti i livelli della piramide aggiungono contenuti in più, ma il punto centrale è visibile subito.
CONCLUSIONI
Mettetevi sempre dal punto di vista di chi vi cerca online e userà la vostra piattaforma, e rendetegli la vita più semplice possibile, senza dimenticare di fornire un’esperienza piacevole.
Da LabStories ci nutriamo ogni giorno di narrative design: chiamateci per una consulenza, e costruiremo insieme il percorso di narrazione più adatto ai vostri utenti.